PAPA FRANCESCO PARLANDO DELLA COMUNICAZIONE MEDIATICA HA RACCOMANDATO DI CONTRASTARE LA “PUTREFAZIONE CEREBRALE”, CAUSATA DAL CONTINUO SCORRIMENTO VISIVO DI INTERNET E DEI SOCIAL MEDIA, SENZA SOFFERMARSI A RAGIONARE SUI CONTENUTI.
HA BASI SCIENTIFICHE QUESTO “MARCIRE” DEI CERVELLI (BRAIN ROT)?
Nel 2024 Brain Rot venne scelta come parola dell’anno dalla Oxford University Press, in base a un sondaggio a cui parteciparono centinaia di migliaia di persone.
La definizione del dizionario Oxford è: «deterioramento dello stato mentale o intellettuale conseguente ad un consumo eccessivo di materiali (in particolare di contenuti online) banali o poco impegnativi».
Fu lo scrittore Thoreau ad usare per primo questo termine a metà dell’Ottocento, quando ancora non esistevano internet e i social. Si riferiva al declino intellettuale per cui si rifiutano idee e ragionamenti complessi, e ci si accontenta di poche informazioni scorse velocemente senza approfondirle. L’autore si chiedeva: «Mentre ci sforziamo di curare il marciume delle patate, nessuno cercherà di curare il marcire del cervello (brain rot), che si diffonde in modo molto più ampio e fatale?»
Ci sono studi recenti che collegano il brain rot a vari fattori, tra cui lo scrolling continuo del video dei siti internet e dei social, senza soffermarsi ad approfondire nulla. Questo continuo disimpegno intellettivo può deteriorare le capacità di attenzione, di comprensione e di memoria. E distogliere dai problemi importanti e complessi della vita sociale, perdendone il senso.
Un recente articolo di ricercatori cinesi, basato su studi elettroencefalografici, dimostra le conseguenze negative di un eccessivo consumo di video brevi sul cellulare: diminuisce nel cervello l’autocontrollo e la regolazione dell’attenzione. Risultati confermati da una ricerca su studenti universitari, in cui alla diminuzione di controllo e di attenzione si trova associata la tendenza alla noia.
Giovani con disturbi psicologici – dimostra un altro studio – guardano video brevi per cercare di soddisfare i loro bisogni di socializzazione. Ma questa fuga in un caleidoscopico mondo virtuale, senza soffermarsi su nulla, non evita le emozioni negative e la mancanza di supporto sociale, anzi le accentua.
Sono soprattutto le giovani generazioni a lasciarsi andare a questo continuo girovagare tra le informazioni, senza approfondirne nessuna. Come se visitassero dei paesi guardandoli velocemente dall’alto, senza scendere a vederli da vicino e a comprenderne il senso.
Questa iperattiva superficialità ottunde le menti creando una “in-coscienza sociale” che mette all’ammasso cervelli distratti e deteriorati nelle funzioni creative e propositive. E lascia l’iniziativa dei cambiamenti sociali a chi li programma e li attua secondo i propri interessi di parte.
“I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate” dice il Papa. L’alieno concorda. E aggiunge (ricordando i dipinti di Goya e Guttuso) che il sonno delle menti produce cambiamenti mostruosi, come detto in un precedente rapporto.
L’alternativa al brain rot, e alle menti ipnotizzate online, è quella che lo stesso Papa suggerisce. “Un’alfabetizzazione mediatica” che educa “al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza”.
Ne va del futuro delle giovani generazioni, e dell’intero vostro pianeta.
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