OGGI CON LA MIA AMICA PSICOLOGA HO PARLATO DELLA MEMORIA, UNA FUNZIONE MOLTO IMPORTANTE, ANZI ESSENZIALE, MA CHE NEL VOSTRO MONDO PARE ESSERE MOLTO FRAGILE E A RISCHIO DI SVANIRE POCO A POCO.
La psicologia dice che c’è una memoria per le parole, e una per i gesti e i movimenti che si ripetono in modo automatico. La prima si intasa più facilmente, l’altra si mantiene più a lungo perché è anche il corpo, e non solo il cervello, a memorizzare. Magari non ci si ricorda più il nome degli amici, ma si rammenta bene come nuotare o come andare in bicicletta.
Oltre a ricordare le cose passate, la memoria serve pure per il futuro, ad esempio per ricordarsi quello che si ancora deve fare.
Chi ha problemi di memoria ha difficoltà ad imparare, o ad usare quello che ha imparato.
Qualcuno dimentica di fare la spesa, di buttare la spazzatura, qualcun altro dimentica il cane, o persino il figlio, in macchina.
La memoria si può perdere per tanti motivi, tra cui l’invecchiamento o altre cause biologiche. Secondo una teoria psicologica si può dimenticare perché la mente cancella i ricordi spiacevoli e li spinge in un deposito chiamato inconscio, da cui queste memorie spiacevoli cercano di emergere provocando sintomi patologici o altri guai della vita quotidiana. Mi pare una spiegazione complicata, ma sembra che ci siano prove scientifiche di questa ‘rimozione forzata’ dei ricordi. E c’è una categoria di strizza-cervelli (qualcuno chiama così gli psicologi, con buona pace della mia amica) che si fanno pagare proprio per scoprire le memorie nascoste e farle venire fuori, senza provocare danni alla persona ma anzi favorendo la sua salute mentale… sarà vero?
Nel nostro mondo alieno non esiste nulla di tutto ciò. Quello che impariamo è registrato in una memoria più potente di quella dei vostri computer, per cui i ricordi archiviati non si perdono a meno che deliberatamente non si interviene per cancellarli.
Voi per ricordare potete aiutarvi scrivendo degli appunti sull’agenda o su ‘memo’ da attaccare in auto, attivando sveglie e allarmi nel telefono, conservando file nel computer o negli appositi ‘clouds’, nuvole virtuali dove si conservano i ricordi di innumerevoli persone … “a futura memoria”. Oppure potete chiedere ad altri di rammentarvi le cose: chi recita può avere un ‘suggeritore’, o un manager può affidarsi alla sua segreteria, un marito alla moglie (se non è più smemorata di lui…)
Mi dice la psicologa che ci sono anche dei farmaci che aiutano a ricordare, ma questo voglio approfondirlo meglio, ne parlerò appena saprò di più.
Mi accorgo però che nel vostro mondo la perdita di memoria può avere anche dei vantaggi.
Chi non ricorda cosa ha pensato o detto prima non può essere accusato di incoerenza se la colpa è della sua amnesia.
Utile per chi fa politica, che altrimenti dovrebbe avrebbe difficoltà a dire un giorno una cosa e l’opposto il giorno dopo.
Non ricordarsi di avere già un partner può favorire la poligamia senza sentirsene in colpa.
Chi non ricorda di avere un impegno può avere un buon motivo per evitarlo, non ricordarsi più dei debiti è una buona scusa per non pagarli.
Un anziano vicino di casa mi ha detto che da anni non compra più libri gialli, rilegge quelli che ha letto in passato tanto non ricorda più come vanno a finire. Però c’è anche il rischio, leggendo una pagina, di non ricordare cosa diceva la pagina precedente, il che costringe a tornare sempre da capo, e una lettura non finisce mai.
Ma la cosa più grave è quando un intero popolo dimentica il proprio passato, e tradisce le radici culturali su cui è fondato. Cercherò di capire se per questa amnesia ci siamo farmaci…
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