QUALCHE TEMPO FA UN SACERDOTE DELLA CHIESA UCRAINA È STATO AGGREDITO E COLPITO CON UNA CROCE DI LEGNO DA UN PRETE DELLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA, ACCUSATA DAL SUO COLLEGA DI COLLABORARE CON I MILITARI RUSSI INVASORI.

Vinnitsjia, Ucraina

Nel vostro mondo molte aggressioni, violenze e guerre si fanno nel nome di Dio. Quale che sia il nome dato a questa divinità.

Lo dimostrano le tante guerre di religione, anche se spesso la religione è solo un pretesto per altre ragioni meno ideali. Combattenti di ogni epoca hanno inventato slogan come “Dio lo vuole”, “In nome di Odino”, “Gott mit uns”, fino ad “Allah Akbar” adesso di moda per accompagnare le violenze.

Secondo i conquistadores, cristiani voraci di ricchezze del nuovo mondo, le milizie che sterminavano gli indigeni erano “Soldati di Cristo” che combattevano una guerra santa per l’affermazione del cattolicesimo.

Oltre i ben noti “Crociati” che partivano per debellare i musulmani dalla terra Santa, sono esistiti monaci militari, come quelli dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici e dei Templari, tutti con la Croce come simbolo e l’onore di Dio come motto. Il monaco teologo Bernardo di Chiaravalle sosteneva che “I cavalieri di Cristo combattono le battaglie del loro Signore e non temono né di peccare uccidendo i nemici, né di dannarsi se sono essi a morire: poiché la morte, quando è data o ricevuta nel nome di Cristo, non comporta alcun peccato e fa guadagnare molta gloria”.

Quante tristi assonanze con il jihād islamico, e con la morte data e subìta per eliminare gli “infedeli”…

Antica usanza degli eserciti in guerra è la benedizione delle armi, che se benedette farebbero più strage di nemici. Resta il dubbio che anche gli avversari abbiano armi altrettanto benedette, magari dallo stesso Dio, come succedeva al fronte fra Francia, Italia e Germania. All’Eterno il dilemma su chi proteggere e chi sconfiggere.

Per citare solo l’Italia e i tempi recenti, dalla guerra mondiale fino alla Repubblica di Salò, immaginette sacre e preghiere venivano diffuse in milioni di copie tra i soldati per confortarli durante gli stermini fatti e subiti in nome della Patria.

Mostra A.I.C.I.S. di immaginette sacre per la guerra mondiale, 2015

Antica l’usanza di chiamare un Santo come Patrono delle armate: San Michele fu protettore della milizia fascista, Santa Rita patrona della Cavalleria, la Madonna di Loreto patrona dell’Aeronautica, e così via. Santi protettori di sante guerre…

In un paese della Sicilia c’è persino una Madonna detta “delle Milizie” raffigurata a cavallo con la spada in mano che sgomina i nemici musulmani.

Madonna delle Milizie, Scicli

Non è che tutti i credenti siano stati d’accordo ad usare il loro Dio come scudo protettivo per combattere i nemici.

Mentre illustri Papi e Re cristiani (alcuni poi fatti Santi) invogliavano alle Crociate contro gli “infedeli”, promettendo indulgenze plenarie a chi partiva per ammazzare musulmani, altri seguivano vie diverse. Francesco d’Assisi, da giovane infatuato dalle Crociate al punto di partire per parteciparvi, si ravvede ben presto e proclama che il “soldato di Cristo” è chi che ama il nemico, invece di ucciderlo. E arriva ad incontrare il Sultano musulmano per parlargli di pace.

Molti Padri della Chiesa nei secoli, tra cui i santi Agostino e Tommaso, hanno legittimato la “Guerra giusta” se proclamata da una autorità legittima e per una buona causa. Dimenticando che le guerre sono sempre definite giuste da chi le fa, mentre risultano poi ingiuste per tutti.  Ma non è mancata l’opposizione alla “guerra giusta” all’interno della Chiesa cristiana e anche dell’Islamismo e delle altre religioni.

Papa Giovanni nella sua enciclica sulla pace in terra definiva “contrario alla ragione che la guerra possa essere uno strumento adatto per rivendicare dei diritti violati”. 

Erano i primi anni ’60 del secolo scorso, e negli stessi anni in Italia Don Lorenzo Milani veniva duramente contestato dalle gerarchie ecclesiastiche perché difendeva l’obiezione di coscienza contro il servizio militare allora obbligatorio.  In una lettera aperta ai Cappellani militari, che definivano l’obiezione “espressione di viltà” e “insulto alla Patria”, scriveva a proposito di Patria da difendere:

Non discuterò qui l’idea di Patria in sé … Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”

Don Milani fu processato per apologia di reato, ma assolto dal tribunale e anche dalla storia, che ha poi riconosciuto legittima l’obiezione di coscienza. E fu apprezzato certamente anche dal suo Dio.

Di recente, Francesco capo dei cattolici ha ricordato che “purtroppo c’è chi continua ad abusare della religione usandola per giustificare atti di violenza e di odio. Gesù e Buddha sono stati costruttori di pace e promotori della nonviolenza. Il messaggio centrale del Buddha era la nonviolenza e la pace. Insegnò che la vittoria si lascia dietro una scia di odio, perché il vinto soffre. Diceva: Abbandona ogni pensiero di vittoria e sconfitta e vivi nella pace e nella gioia”.

Su altri fronti, è blasfemo proclamare che Allah apprezzi chi compie stragi in suo nome. Il Corano, che in alcuni passi giustifica la “guerra santa”, in altri dice che «non sarà male trovare un accordo, in pace: poiché la pace è bene».

Quale Dio, comunque venga chiamato, potrebbe rallegrarsi delle stragi terroristiche compiute in suo nome?
Oppure delle vendette sanguinarie come quelle compiute dagli israeliani contro i palestinesi, istigate dei partiti religiosi che pregano Jahvé come dio vendicatore, e in suo nome praticano spietato fanatismo?
Può Dio premiare le violenze reciproche tra paesi che si dicono entrambi cristiani?

Combattersi a colpi di una Croce che è simbolo di pace e fraternità, è quanto i più paradossale e insensato ho visto finora accadere nel vostro mondo…