IN UN PRECEDENTE POST AVEVO CITATO ALCUNI DEI GRAFFITI CHE SI TROVANO SUI MURI, PIU’ FREQUENTEMENTE SU QUELLI DEI GABINETTI PUBBLICI. AVEVO PROMESSO DI RIPRENDERE L’ARGOMENTO, ED ECCO ALTRI ESEMPI.
Stavolta partiamo da graffiti “seri”, da quelli che esprimono idee politiche:
Alcuni murales fanno
da divertente sfondo
a momenti di vita altrimenti anonimi,
altri esprimono sentimenti poetici…
C’è chi festeggia il capodanno con brindisi che fanno dimenticare i pensieri…
E c’è la diffusa categoria
dei graffiti riferiti all’amore:
nella famosa “via dell’amore”
delle Cinqueterre liguri,
nella rappresentazione ironica della “violenza di genere”,
fino ad azzardati paragoni con la bellezza della lotta politica
Concludo questa piccola rassegna con una ingenua richiesta che non ha un destinatario preciso né un mittente (eppure in questo caso, vista la richiesta, sarebbero essenziali).
Ma, a ben pensarci, i graffiti si rivolgono ad un pubblico indefinito da parte di “writers” altrettanto indefiniti.
Come era nei graffiti preistorici. Come è nei graffiti coloratissimi che riempiono treni, stazioni, sottopassaggi. Tra espressionismo e vandalismo, secondo i punti di vista…
Fino a diventare vere forme artistiche nella “arte di strada”, e in autori come Haring, Basquiat, Bansky, Blu e le istallazioni di JR. Ma su questi “street artists”, che colorano di significati le strade delle vostre tristi città, bisognerà tornare.
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