LA FESTA NATALIZIA CHE STIAMO VIVENDO  È TEMPO DI REGALI.
I BAMBINI LI TROVANO SOTTO L’ALBERO, O NELLA CESTA DI BABBO NATALE, O NELLA CALZA DELLA BEFANA (PER CHI CI CREDE ANCORA).
REGALI SPESSO COMPRATI SU INTERNET ANZICHE’ NEI NEGOZI. MA LA TRADIZIONE NON SI È INTERROTTA NEPPURE PER IL COVID.

Sui regali da fare ai figli, le famiglie che frequento si fanno domande che mi lasciano perplesso.
“Quale gioco manca al mio bambino? Non vorrei che resti male se i suoi compagni ce l’hanno e lui no…”

“Cosa può servire a stimolare la mente, così apprende mentre gioca?”

“Qual è l’ultima novità nel campo dei videogiochi?”

 “Cosa posso regalare ai miei figli per compensarli dei tanti momenti in cui li trascuro?”

Cercando nel dizionario, ho trovato che gioco è “qualsiasi esercizio, singolo o collettivo, cui si dedicano bambini o adulti per passatempo o svago o per ritemprare le energie fisiche e mentali”. Anche gli animali giocano, in base ad un istinto che li porta a svolgere attività finalizzate solo a se stesse.

Uno strumento per giocare è un mezzo, non un fine (con altri scopi). Un mezzo per ‘divertirsi’, cioè svagarsi, passare il tempo libero provando piacere e rilassamento: non per ripetere esasperatamente quello che si fa nella vita ‘seria’. 

Oggi si propongono a bambini, anche molto piccoli, complicati esercizi di abilità, giochi tecnologici, puzzle da spremersi le meningi. Giochi di realtà virtuale imitano la vita quotidiana (comprese le guerre) e trasformano i bambini in piccoli adulti. Le bambine sono particolarmente bersagliate con Barbie da vestire e truccare, cucine, lavanderie e altri strumenti che insegnano – anche online – a diventare “piccole donne”.

Permettiamo a tutti i bambini di sviluppare la loro fantasia in modo autonomo, senza incitarli precocemente a categorie di “genere”.

Lasciamo alla scuola e alla formazione i “serious games”. Sono utilissimi per imparare giocando, ma avranno tempo per usarli.

Un gioco è un modo per rilassarsi nel tempo libero dall’iperattività della vita quotidiana.  Meglio se induce a passarlo insieme ad altri, non da soli davanti a uno schermo, del computer o del tablet.

E i giochi più belli e graditi, quelli che aiutano davvero a crescere, non sono necessariamente quelli che costano di più. Basta pensare a quelli con cui si divertivano i bambini di un tempo.

I giochi devono essere adatti all’età, e spesso quelli troppo sofisticati servono più ai genitori che li regalano che ai bambini che li ricevono. Magari per compensare i figli per averli trascurati…

Genitori, ripensate ai giochi ricevuti in regalo nella vostra infanzia, e  quelli che vi piaceva ricevere. Chiedetevi se quelli che regalate sono davvero dei ‘doni’ o dei rituali forzati che riempiono le stanze ma non i cuori dei vostri figli…