HO RACCONTATO IN UN POST PRECEDENTE COSA È SUCCESSO AD UN AMICO APPASSIONATO DI TECNOLOGIA, QUANDO HA PERSO IL SUO SMARTPHONE. SI È SENTITO PERDUTO PERCHÉ NON RIUSCIVA A RECUPERARE PIÙ NULLA DI CIÒ CHE GLI SERVIVA IN QUEL MOMENTO DELLA SUA VITA. TRA CUI LE PASSWORD MEMORIZZATE.
Adesso vi racconto di un altro amico che mi ha chiesto come faccio a conservare tutte le password che servono per aprire gli innumerevoli siti web ed app del telefono. È disperato perché ha calcolato di avere ben trenta di queste password da ricordare.
Username e password per ognuno dei siti su cui lavora o si cerca materiale, anzi una per ogni sezione di essi (devono essere tutte diverse). Posta elettronica personale e aziendale. Portali per comunicare online, moltiplicati durante la pandemia. Skype Doodle e OneDrive e analoghi. Banche e carte di credito (una o più per ciascuna). Identificativi per accedere ai servizi pubblici, compresa l’Agenzia delle Entrate (che si dimenticherebbe volentieri). Associazione professionale e cassa previdenziale. Aree riservate dei siti e dei giornali e delle riviste. Canali musicali. Siti di viaggi e acquisto biglietti. Accesso per scaricare materiali o fare acquisti da enti commerciali. Accesso al wifi di treni e bus, stazioni e aeroporti. E tutti i social a cui si è iscritti. Ogni sito che apri pr la prima volta chiede di registrarsi inserendo username e password e obbliga a ricordarli.
Senza contare le password del computer o tablet o telefono su cui aprire siti e app per inserire le altre password… Un garbuglio difficile da sciogliere.
Escluso che si possa usare la stessa password per tutti i siti, così magari te la ricordi facilmente. I siti obbligano a metterle abbastanza lunghe, alternando maiuscole, numeri, underscore e altri simboli strani. Per ricordarli esattamente a memoria ci vorrebbe Pico della Mirandola o un Kim sempre in piena forma, mentre l’utente magari soffre di amnesie per cui non si ricorda bene neppure dove è nato e quando.
Dove annotarle per averle disponibili al momento opportuno? A questo già complicato problema se ne aggiunge un altro. I siti e le app chiedono periodicamente di cambiare la password, e questo ti capita magari quando hai fretta di concludere una transazione. Devi aspettare di scrivere la vecchia password e poi la nuova (due volte), poi ti mandano una mail (e devi ricordarti la password per aprirla!). Rispondendo a quella, ti autorizzano al cambio con una password usa e getta, dopo di che rientri nel sistema, la cambi e finalmente completi la transazione… A questo punto la nuova password devi trascriverla subito nel tuo elenco, aggiornandolo continuamente, altrimenti la prossima volta usi la password precedente e il sito ti nega l’accesso.
La stessa trafila se non trovi la password e il sito ti chiede “L’hai dimenticata, ne vuoi una nuova?” Rientri nel labirinto col Minotauro pronto a divorare il tuo tempo e la tua memoria e nessuna Arianna che ti dà un filo per uscirne presto.
Come fare allora per ricordarsi tutte queste password che cambiano continuamente? Ed evitare la temuta risposta “Username o password errata. Login impossibile” che ti lascia interdetto, frustrato e incazzato?
Metterle in busta in una cassaforte o nel cassetto nascosto? Impossibile, perché ti servono subito e mentre sei fuori casa.
Scriverle con inchiostro simpatico o crittografate? Funzionava nei film di spionaggio, difficile fare l’agente segreto nella vita quotidiana.
Scriverle a matita per poi aggiornarle nella rubrica cartacea che si porta sempre con sé in tasca? Si rischia che perdendola, o anche solo lasciandola incustodita per breve tempo, chiunque le può copiare; e allora si devono subito cambiare tutte, come se perdi le chiavi di casa.
Scriverle sul computer o nello smartphone, magari in un file protetto a sua volta da una password, come nelle scatole cinesi? Il computer potrebbe scollegarsi o andare in tilt improvvisamente, lo smartphone scaricarsi o non avere campo, bloccandoti nel mezzo di una operazione bancaria o di un acquisto. E comunque ci sono nel mondo migliaia di hacker professionisti pronti a carpire le password da computer e telefoni.
Chiedere a Google o altro browser di memorizzare le password? Facile a dirsi e a farsi, ma si rischia che il solito hacker sempre in agguato le trovi e le usi e magari ti svuoti la carta di credito in un solo pomeriggio. C’è chi fa questo di mestiere, e pare lo faccia bene nonostante le precauzioni delle banche. Doppi passaggi, sms con codice usa e getta e riconoscimento digitale sull’app dello smartphone. Precauzioni estenuanti, che mettono in difficoltà l’utente ma non quanti lavorano per fregare gli utenti e la banca, abili e aggiornati nel loro mestiere e che infatti continuano a prosperare.
Al mio amico disorientato avrei potuto dire che noi alieni le password le memorizziamo in circuiti interni basati sulla nostra identità personale, e quindi protetti da qualunque interferenza esterna. Per cui si registrano e si modificano automaticamente senza che i malintenzionati possano spiarle, e si cancelleranno solo quando la nostra identità verrà disattivata.
Ma questo al mio amico umano non sarebbe servito a molto… per cui non ho saputo rispondergli. Voi come fareste?
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