TEMPO FA AVEVO COMMENTATO L’USO INDISCRIMINATO DEI TELEFONI CELLULARI CHE SI FA NEL VOSTRO PIANETA, NEI LUOGHI PIÙ DIVERSI E SENZA PREOCCUPARSI DI ESSERE ASCOLTATI DA ALTRI.
Poi la pandemia e il distanziamento avevano messo in pausa questa invasiva condivisione della comunicazione privata. Ognuno stava isolato a parlare con i suoi mezzi informatici, al massimo sentivano i vicini di casa o chi passava sotto le finestre. Adesso, con l’allentamento del distanziamento e la ripresa dei viaggi e la riapertura dei locali pubblici la pratica è rifiorita, come e più di prima.
Chi ascolta, anche senza volerlo, queste conversazioni per nulla “private” può imparare tanto su argomenti diversi. Solo nell’ultima settimana, tra i tavolini di un bar, in fila al supermercato, viaggiando in treno o in pullman o aspettando il volo in aeroporto, ho appreso come fare a:
mandare fuori di casa una suocera invadente
scaricare film e musiche in versione pirata
imbrogliare ad un esame online leggendo nel video gli appunti, fingendo di guardare negli occhi l’esaminatore
costringere il partner riluttante a compiere lavori domestici sgraditi
fingere di lavorare fregando i controlli
… e tante altre furbizie , oltre i limiti della decenza e spesso della legalità, quasi sempre del buon gusto.
Lezioni gratuite di vita quotidiana, senza cura della privacy da parte di tutti questi docenti improvvisati e certo non volontari. Come non volontario è l’apprendimento di chi ascolta per caso, bambini compresi.
Tutto ciò diventa tanto più esilarante se si pensa alle protezioni della “privacy” che sono imposte per legge. Ho saputo che per caricare un curriculum in un sito bisogna evitare qualsiasi riferimento a dati personali: “recapiti privati, codice fiscale, stati di salute, appartenenza a sindacati, orientamento religioso, etc” (con l’etc la legge comprende di tutto: razza, sesso, droga, e quant’altro si può immaginare).
Non si deve divulgare nulla dei propri “dati sensibili” sulla rete. C’è persino un “garante” per la loro protezione, anche sui social media (però i dati, come è stato dimostrato, la rete li ruba lo stesso…)
Ma nessuno impedisce di divulgare aspetti ben più sensibili proclamandoli ad alta voce su bus, treni e aeroporti, o altri luoghi dove si passa il tempo a raccontare i fatti propri senza curarsi se altri sentono.
Privacy viene definita dal dizionario “ambito gelosamente circoscritto della vita personale e privata”… ma le interpretazioni del “privato” nel vostro pianeta sono davvero strane!
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