IN QUESTO PERIODO NEL VOSTRO MONDO SI CONTINUA A RIPETERE CHE CHI LAVORA PER CONTRASTARE L’EPIDEMIA E SALVARE DAL VIRUS VITE UMANE, MAGARI RISCHIANDO LA PROPRIA, E’ UN “EROE”. PERSONALE SANITARIO E DELLA PROTEZIONE CIVILE, LAVORATORI IN SETTORI INDISPENSABILI, VOLONTARI, CHE COMBATTONO OGNI GIORNO IN PRIMA LINEA, SENZA TREGUA E SENZA RIPOSO, LA GUERRA CONTRO UN NEMICO INVISIBILE E PER QUESTO ANCORA PIU’ PERICOLOSO.

Trovo su Wikipedia, la fonte di conoscenza nei tempi attuali, questa definizione di eroe: “chi, di propria iniziativa e libero da qualsiasi vincolo, compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune”. Dunque, eroismo è un atto straordinario, eccezionale, compiuto da persone eccezionali.

Invece il recente libro di uno psicologo americano, Philip Zimbardo, parla di “eroismo quotidiano”, proprio per distinguerlo da quello che si manifesta nelle situazioni estreme e che quindi solo pochi hanno voglia e capacità di realizzare. Mi pare uno spunto di riflessione interessante proprio per spiegare l’eroismo dei combattenti della guerra contro il coronavirus che perseguita il vostro mondo.

Tra le mille difficoltà della vita non basta sopravvivere in qualche modo (anche se in alcune situazioni è già qualcosa…), ma ci vuole capacità di lottare per cambiare le cose che non vanno bene, col coraggio di rischiare anche conseguenze negative. Affrontare, con determinazione e senza remore, le voragini che ogni giorno troviamo sulla strada nostra – che è quasi sempre anche quella in cui anche gli altri camminano.

Black Hole, by Anish Kapoor

Resistere alle spinte contraddittorie che la realtà quotidiana impone, e costruirsi una vita secondo i propri desideri e bisogni senza essere costretti da niente e da nessuno, è il vero “eroismo” della vita di ogni giorno.

Ancora più eroi della vita quotidiana sono quelli che decidono di lottare per realizzare desideri e bisogni non solo personali ma della intera collettività. Perché il benessere individuale non può esistere, o non può reggere a lungo, all’interno di un malessere generale e incontrollato. Dunque l’eroismo quotidiano deve estendersi a fare andare nel modo migliore la barca in cui tutti si trovano a navigare, senza pensare soltanto a procurarsi un salvagente per cercare di sopravvivere all’affondamento …tanto a poco servirebbe per resistere a lungo se le acque attorno restano gelide e tempestose!

The wheel of life, by Gustav Wigeland

Qualcuno ha definito ‘santi’ gli eroi che lavorano, e sacrificano tempo ed energie, per gli altri. Non è la santità che deriva dal martirio o dalla virtù estrema, ma l’impegno continuo e incessante nella vita quotidiana dando il meglio di sé per puntellare, o sistemare meglio, o addirittura ricostruire, la casa comune.  

E in questo senso tutti sono chiamati ad essere eroi!