Mi piace vedere i film. Anche se spesso rappresentano storie inventate, sono una grande fonte di conoscenza del vostro mondo.
Il film La grande illusione fu girato dal grande regista Renoir nel 1937, cioè pochi anni prima che scoppiasse la più grande e distruttiva guerra mondiale che finora la vostra umanità è riuscita a produrre. In questo film un personaggio dice: “Le frontiere non si vedono, sono una invenzione dell’uomo. La natura se ne frega”
Tanto tempo prima, quasi duemila anni fa, ben prima degli sbarchi dai gommoni che tante preoccupazioni e polemiche suscitano nel vostro mondo attuale, così scriveva un filosofo greco del secondo secolo dopo Cristo: “I cosiddetti stranieri, in realtà tali non sono. In base alle frontiere, alcuni hanno una patria e altri ne hanno un’altra. Ma, se consideriamo il mondo nel suo complesso, l’intera terra è patria di tutti e il mondo è un’unica casa”. Riporta questa citazione Luciano Canfora in un suo libro intitolato “fermare l’odio”. L’odio indiscriminato verso gli stranieri ‘migranti’: perché vengono considerati invasori, minaccia all’integrità della razza, competitori dei già pochi posti lavorativi.
Da secoli per controllare l’arrivo degli stranieri avete inventato i passaporti, e alcuni stati hanno aggiunto pure i “visti d’ingresso” (come le grandi potenze Stati Uniti Cina e Russia). E nel visto chiedono le ragioni per cui lo straniero vuole venire: che possono essere tante, e molto diverse tra loro.
Ci sono stranieri che vengono in altri paesi per visitare, per imparare dalla conoscenza di realtà diverse dalla propria: io stesso ne sono un esempio… Questi sono tollerati, anzi spesso graditi (a volte sfruttati), perché portano e spendono denaro e sono un vantaggio per l’economia. Chi sa giocare bene a calcio o a pallacanestro viene assunto con grandi onori e lauti stipendi – come gli ‘oriundi’ di una volta – pur sapendo che se è di pelle nera si prenderà cori e insulti dai tifosi delle squadre avversarie.
Ci sono stranieri che lasciano, temporaneamente o definitivamente, la propria patria in cerca di un’altra dove pensano di poter stare meglio. Sono pieni di rimpianti e di tristezza perché lasciano qualcuno o qualcosa cui sono legati, e partendo rivolgono un ultimo sguardo alla terra che li ha visti nascere e che sono forzati ad abbandonare.
Molti di questi stranieri sono in cerca di lavoro, che non trovano nella propria patria. Gli italiani dovrebbero ben capirli, essendo abituati ad emigrare per questo motivo, il nord e sud America sono state meta di tanti in cerca di fortuna.
L’inserimento degli immigrati fa bene o male alla nazione che li ospita?
Dedicherò un altro rapporto a questo tema, di cui i miei superiori nel mio pianeta sono incuriositi per cui mi sollecitano dettagli.
A presto!
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